Pane, Ceramica e Fantasia...
“Fare ceramica è una scelta
particolare: è un modo di vivere e di considerare il mondo che ci circonda.”
(Nino Caruso)
La
parola ceramica è piuttosto recente, è stata usata per la prima volta nel 1958
da G. B. Passeri in un suo trattato. L’origine della parola deriva dal greco
χεραµικνη τεχνη ( keramike techne) “arte vasaria”. Anche nel primo trattato
scritto sulla ceramica pratica del 1548 di Cipriano Piccolpasso, non c’è uso di
questo vocabolo, l’autore si limita a parlare solamente di “arte del vasaio”.
In realtà il termine è sempre stato legato al binomio tradizionale vaso-
argilla, e poiché essa è antica quanto l’uomo non si può fare a meno di
associarla anche a quest’ultimo. L’argilla è il materiale indispensabile
all’uomo per ottenere tal genere di manufatti. Il rapporto tra uomo e argilla –
terra nasce agli albori dell’esistenza, un legame quasi spirituale e dipendente,
basti pensare ai passi della Genesi, dove il rapporto si manifesta chiaramente
già nei versi “il Signore Dio formò l’uomo dal fango della terra e gli spirò in
faccia un soffio di vita”; proprio da questo passo si rivela il potere mistico
del soffio inferto da Dio al fango primigenio.
Anche per i francescani tale rapporto è molto importante, infatti la parola
humilitas, importante per tale disciplina religiosa, nasce proprio dal binomio
diretto Homo (uomo) e Humus (terra). La terra, non a caso dunque, insieme
all’aria all’acqua e al fuoco, costituisce uno degli elementi essenziali dei
principi filosofici, religiosi e scientifici. La terra non è solo la culla del
seme delle messi, essa, lavorata, diviene un utensile artigianale o sacro,
elemento artistico o propaggine del sacro. Con il passare del tempo poi la
ceramica perde il suo carattere epifanico, smette di rappresentare gli idoli, i
Penati, per farsi elemento di decorazione ed espandersi con questo nuovo ruolo
da una parte all’altra del globo.
Il
ciclo di produzione dei manufatti nel laboratorio “Pane, ceramica e fantasia”
avviene secondo la Tecnica a terzo fuoco che si compone delle fasi che vengono
esposte qui di seguito.
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Fase A: SMALTATURA
Si prepara lo smalto, generalmente bianco o rutile (beige), sciogliendo la
polvere in acqua per ottenere lo smalto allo stato liquido. Quindi si
procede alla smaltatura degli oggetti, che può avvenire per immersione, a
spruzzo, pennello a aspersione. Lo spessore dello smalto non deve mai
superare il millimetro, affinché in cottura lo smalto non fili e non si
stacchi dal biscotto. Una volta che l’oggetto è smaltato vengono corrette le
imperfezioni, ad esempio sgocciolature o buchini di aria che, altrimenti,
risulterebbero anche dopo cotti.
L’oggetto smaltato è molto delicato, poiché lo smalto è solo una piccola
patina facilmente asportabile, anche solo con le dita, per cui si deve usare
molta accortezza, fino alla fase di cottura. Esistono varie tinte di smalti,
anche screziati, strappanti, o a buccia d’arancia, la scelta dipende dal
risultato che si vuole ottenere.
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Fase B: DECORAZIONE
La decorazione avviene tramite pennelli e colori. L’oggetto viene disposto
su un piccolo tornio, che aiuta l’oggetto a girare e alla mano a stare
ferma, mentre compie il gesto della pennellata, che deve essere veloce,
deciso e preciso. I colori sono sotto forma di polveri e vanno diluiti ad
acqua. Questo tipo di decorazioni sono di tipo popolare, il vasaio dipinge
con immediatezza e gli oggetti risultano più vivi, perché sono frutto, anche
se a volte la decorazione può essere ingenua o semplice, di un suo atto
creativo.
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Fase C:
CRISTALLIZZAZIONE
Una volta decorato l’oggetto ha bisogno di essere cristallizzato affinché il
colore risulti un tutt’uno con lo smalto, e possa fondere al meglio durante
la cottura senza riportare smagliature o altro tipo di brutture.Questa
procedura avviene a spruzzo mediante pistola e compressore, inoltre occorre
una cabina ad acqua che permetta di assorbire la cristallina che non si
deposita sull’oggetto. Esistono vari tipi di cristalline, lucide, opache o
craquelé, quest’ultima lascia una superficie ricoperta da cavillature,
dovute alla diversa dilatazione, durante la cottura, del corpo argilloso e
dello smalto. Le cavillature possono essere piccole o grandi a seconda dello
smalto o del tipo di argilla che vengono usate.
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Fase D: COTTURA
L’ultima fase è quella della cottura: gli oggetti vengono puliti alla base,
passandoli delicatamente su una pezza umida, questo per evitare che lo
smalto, sciogliendosi in cottura, si attacchi al piano del forno, e una
volta freddo e solido non si stacchi più. Per lo stesso motivo gli oggetti
devono essere disposti a giusta distanza gli uni dagli altri altrimenti si
rischia di fare un’unica scultura di ceramica.
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